Pillole di British Football: Chelsea, una squadra di ripiego
Storie, aneddoti, curiosità del calcio oltremanica. Le origini dei Blues, un club che non doveva esistere
Un grande rifiuto, un campo inutilizzato ed un cane ribelle. Tre elementi distanti uno dall’altro, ma cruciali per il Chelsea e tutti i tifosi blues.
Londra è una città in continua evoluzione a livello urbanistico, per via di un aumento crescente e ininterrotto della popolazione; non è dunque difficile credere che nel XVIII secolo, dove oggi sorge una linea ferroviaria, ci fosse un piccolo ma significativo affluente del Tamigi.
Lo Stamford Creek terminava il suo corso nel principale fiume cittadino, ed era attraversabile grazie a due ponti, conosciuti rispettivamente come Stambridge e Stamford Bridge.
Da lì il nome del complesso costruito nel 1877 a pochi passi, un impianto utilizzato prevalentemente dal London Athletic Club per le gare di atletica. Eccezion fatta per le finali mondiali di Shinty nel 1988, una sorta di antenato dell’hockey su prato, aveva ospitato solo corse, salti in lungo ed in alto fino al 1904, data di acquisizione da parte di Gus e Joseph Mears.
Due fratelli, grandi imprenditori ma soprattutto appassionati di calcio con un grande desiderio. Un’offerta doverosa, un invito a spostarsi di pochi passi, ad abbandonare il Craven Cottage per muoversi a Stamford Bridge.
Ospitare presso la propria struttura la squadra del quartiere, il Fulham. Una speranza di una vita, interrotto dal brusco no dei dirigenti dei cottagers.
Grossa ed inaspettata delusione quella di aprire e chiudere il cassetto lasciandovi speranze e sogni inesauditi. L’amarezza di dover tornare alla dura realtà, ma soprattutto la proprietà di quell’impianto inutilizzato da cedere al miglior offerente, ossia la Great Western Railway company.
Contratti pronti per essere firmati, si parli ora o si taccia per sempre.
Un collega di Mears, il dottor Parker, tenta un’ultima disperata opera di convincimento: a Stamford va giocato il football, THE Beautiful Game.
La leggenda parla di una lunga camminata in riva al Tamigi, tante argomentazioni, nessuna valida. Mears è deluso ma convinto, vuole vendere il terreno, se ne vuole disfare, sembra non volersi far dissuadere da nulla e nessuno, quando ad un tratto il suo Scott Terrier morde l’insistente e pressante amico.
Parker, ferito, non si scompone e reagisce con estrema calma senza prendersela con l’animale. Il padrone apprezza tutto ciò e decide in un istante che quel gentiluomo è uno a cui va data ragione.
I contratti vengono stracciati, Stamford Bridge resta in mano ai Mears che fondano anche una squadra che possa giocarvi, il Chelsea FC.
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