Un'intervista impossibile: Pablo Picasso

Calcio e arte, Pablo Picasso ed un connubio mai banale
18 e 15 del pomeriggio, un sole limpido ma non troppo caldo inizia a perdere d’intensità, preparandosi a porre la parola fine sulla propria “giornata lavorativa”. La gente per le vie parigine fa altrettanto, ritrovandosi in bar e locali per passare un paio d’ora prima di cena. Si sta bene, ci sono le condizioni perfette per fare un’intervista. Nonostante sia impossibile.
Pablo Picasso arriva in bicicletta all’appuntamento in riva alla Senna, attraversata dai battelli che tagliano la capitale francese in due metà.
Una chiacchierata amichevole, cordiale e dai risvolti interessanti. Un po’ di vita personale ma soprattutto un’insospettabile passione per il calcio dell’artista spagnolo.
Malaga, Barcellona, brevemente Madrid, ed ora Parigi; a quale città è più legato?
Sicuramente Malaga è la città dove sono nato e sarò sempre malagueño dentro. Devo dire però che gli anni a Barcellona sono stati meravigliosi.
Occupandoci di calcio non possiamo non chiederle se segue el futbol…
Ovvio. Mi piace l’idea di questo continuo movimento di corpi. La dinamicità, la lotta per avere la meglio…
Segue qualche squadra in particolare?
Simpatizzo fortemente per il Malaga, la squadra della mia città natale, ma se dovessi definirmi tifoso di un club direi certamente di essere del Barcellona. Gli anni in Catalogna sono coincisi con quelli della mia adolescenza, ho davvero un gran ricordo di quei tempi e l’amore per la la gente si è subito tramutato in amore per il Barça.
“Solo” aspetti emotivi quindi?
Assolutamente no. Lo stile azulgrana mi ha sempre affascinato, è un modo di fare calcio per certi versi molto geometrico proprio come piace a me.
Il suo allenatore e giocatore preferiti?
Per la panchina Pep Guardiola, senza dubbio. E’ il cubismo che si tramuta in azione da gioco. Lo adoro. Triangoli, rombi e traiettorie di passaggio che si creano in ogni zona del campo.
Per quel che riguarda il giocatore sarebbe scontato dire Messi ed infatti non lo dirò. Ammiravo molto Xavi, un regista esemplare. Vedeva il campo da diverse prospettive contemporaneamente e poi decideva il passaggio migliore, più semplice. Come il nostro movimento faceva nelle tavolozze, lui aveva in mente la scena di gioco riproposta da ogni angolo visivo. Fantastico.
D’altronde lei nella sua carriera ha dedicato del tempo ad opere “calcistiche”…
Sì. ‘Footballeur’ che è una scultura di 28 centimetri attualmente esposta al Museo Nazionale del calcio a Manchester. Raffigura un giocatore in piena azione ed è stata acquistata per circa 50.000 euro da un collezionista inglese.
Poi mi sono dedicato anche a quattro litografie sul calcio, in cui i vari elementi sono alle prese con un’azione in cui si disputano la sfera.
Recentemente è nato Artist Based Shirts, un progetto dei grafici di La Casaca che mescola arte e calcio. Praticamente le divise di varie  squadre richiamerebbero le opere d’arte di artisti famosissimi, tra cui lei ovviamente. Cosa ne pensa?
Ho visto qualche foto e devo ammettere che fa un certo effetto. E’ particolare e promuove una consapevolezza artistica assieme al calcio, che non necessariamente sono due cose separate. Mi inorgoglisce molto essere rappresentante delle divise del Malaga, ma devo anche dire che mi infastidirebbe molto vedere la mia opera macchiata dal fango dopo un contrasto in scivolata su un campo reso pesante dalla pioggia.


Commenti

  1. Solo 100€ per vincere un quadro di Pablo Picasso, in palio ad una lotteria beneficenza... Estrazioni 6 gennaio 2020
    !
    https://www.statistiche-lotto.it/picasso-lotteria-benefica/

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