March Madness, lo spettacolo del College Basket made in Usa

March Madness. Letteralmente la "follia di Marzo"

LA FORMULA- Colori, tifo, spirito d'appartenenza e tanto basket giovanile si mescolano a cavallo tra Marzo e Aprile, nella fase finale del torneo NCAA di Basket. Sessantaquattro delle trecento università americane si sfidano in gare di eliminazione diretta, in un tabellone tennistico basato sul rendimento avuto in regular season. Le squadre che superano il primo weekend vengono denominate "Sweet Sixteen", quelle che giungono in semifinale sono le "Elite Eight", mentre il weekend finale è dedicato alle Final Four. 
Ovviamente tutte le gare in campo neutro, in arene sufficientemente capienti per ospitare le migliaia di iscritti ai vari college, che vengono a fare il tifo per i loro colleghi.




EVENTO NAZIONALE- Un torneo molto interessante che suscita l'attenzione di gran parte del paese, dalle tv nazionali che seguono da sempre l'evento, fino all'ex presidente Obama, la cui previsione sull'esito del tabellone è ormai un appuntamento fisso agli inizi di Marzo, meglio conosciuto come "Obama's Bracket
Una previsione molto difficile da azzeccare, sia per il numero delle partite, sia per il fatto che non di rado si verificano delle sorprese che finiscono per dare un ulteriore pizzico di pepe alla competizione.

Insomma le NCAA Finals sono un vero e proprio evento nazionale, al quale anche la franchigie Nba prestano molta attenzione. I dirigenti delle squadre professionistiche osservano infatti i ragazzi più interessanti, e scelgono a chi offrire un contratto al Draft, un evento annuale in cui le varie società selezionano i giocatori iscritti. Un sistema ormai collaudato, visto che quasi tutti i più grandi talenti della Lega di pallacanestro più famosa del mondo sono passati per questo torneo universitario, da Dwayn Wade (Marquette) a Chris Paul (Wake Forest University), passando per Derrick Rose (Memphis Tigers), Carmelo Anthony (Syracuse) e Kevin Durant (University of Texas).  





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