Non chiamatela Europa League


C'erano un volta le coppe europee. Quelle vere. Quelle in cui le tre competizioni, Coppa Campioni, Coppa Uefa e Coppa delle Coppe, erano ben ripartite tra loro, organizzate in maniera chiara, in modo da dare molto più prestigio ai confronti internazionali.

Nella massima manifestazione per club accedevano solo le compagini vincenti dei rispettivi campionati, dando vita ad un torneo elitario, molto più fedele al nome di Coppa dei Campioni, proprio perchè erano solo questi a parteciparvi e non anche i quarti in classifica, come avviene ora per molti paesi europei. 

Nessun girone all'italiana, solo gare di eliminazione diretta con match di andata e ritorno; una formula più snella, lontana, questo sì, dalle logiche delle PayTv e del calcio prime time di tutti i giorni.

Conseguentemente anche il livello della Coppa Uefa era più alto, con un numero  di partecipanti bloccato a 64 squadre, che si affrontavano in gare di andata e ritorno fino all'atto finale. A prendervi parte erano le seconde, terze classificate, squadre di alto profilo che avevano comunque la loro possibilità di testare la propria caratura internazionale. Anche la coppa delle coppe aveva un suo fascino, con le squadre detentrici delle coppe nazionali che si sfidavano in match ricchi di emozione.


Poi, il caos. La riforma dell'Uefa ha portato all'introduzione di un maggior numero di squadre nella competizione ribattezzata Champions League, l'abolizione nel 2000 della Coppa delle Coppe, ed un maltrattamento continuo dell'ex Coppa Uefa, a cui è stato cambiato il formato prima ed il nome poi, fino a diventare un torneo in cui partecipano un po' tutti, dalla quarta squadra d'Ucraina fino ai campioni in carica di Portogallo.


I primi sintomi di questa folle riforma, sono evidenti notando gli accoppiamenti delle finali di Champions ed Europa League; mentre a decidere l'assegnazione della coppa dalle grandi orecchie sarà il derby tutto tedesco tra Dortmund e Bayern, ad Amsterdam l'atto conclusivo sarà Chelsea-Benfica. Proprio alla luce di questa finale anglo-lusitana sorgono dei grossi dubbi. 

Ha senso che una competizione che parte ad Agosto con i "milionesimi"di finale tra squadre di piccole nazioni, venga poi vinta da formazioni di altissimo calibro appena eliminate dalla Champions?

Ha senso che a giocarsi un trofeo a cui partecipano in totale 274 compagini, siano quattro squadre provenienti dai gironi di Champions?

Insomma, più che Europa League sembra di assistere ad una Champions di riserva, una sorta di seconda chance per chi ha fallito la prima parte di stagione.

Osservando il modo in cui è strutturata la competizione si arriva addirittura al paradosso che più si disputano partite e più sono le squadre in corsa. Un'assurdità ed un'ingiustizia, per squadre il cui sogno di salire sul gradino più alto d'Europa viene interrotto da compagini che non avrebbero dovuto nemmeno trovarsi di fronte.

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