Lo calmi chi può


Un personaggio particolare, ormai molto noto agli appassionati Nba; il protagonista in questione non tira bene da tre, non vola a canestro, nè stoppa gli avversari.
Che c’entra con il mondo Nba allora, direte voi. C’entra, c’entra, perchè con la sua maglia grigia, il numero 17 sulle spalle, il personaggio di oggi fa da anni parlare di sè, nel bene (poco) e nel male (moltissimo).

Stiamo parlando di Joe Crawford, eccentrico arbitro 62enne, con più di 35 anni di carriera Nba alle spalle.
Nato in una famiglia di arbitri, fin dai primi anni si dedica al basket e non al baseball, sport arbitrato dal padre Shag e dal fratello Jerry, entrambi giunti fino alla MLB, massima lega statunitense.
Come la maggior parte dei direttori di gara, Crawford inizia con le partite del liceo per otto anni dal 1970 al 1977 e della CBA, prima del grande salto. Nel 1977, viene notato dagli osservatori NBA, che gli offrono un contratto.
La sua avventura tra i grandi parte dunque a 26 anni; col passare del tempo assume sempre più esperienza e carisma, e pian piano si trasforma in un vero e proprio personaggio. Quando la carriera è in ascesa, arriva però uno scandalo che lo travolge.
Lui ed altri 7 arbitri vengono accusati e proclamati colpevoli di essersi intascati, senza dichiararli, dei soldi che la lega metteva a disposizione per i biglietti aerei, quando questi subivano degli abbassamenti di prezzi. Dal 1991 al 1993 la cifra in questione è di circa 80.000 dollari, viene dichiarato colpevole nel 1998 e si dimette dal suo ruolo di arbitro.
David Stern, commissioner della lega, decide di reintegrarlo un anno dopo. Complice il lockout (lo sciopero dei giocatori per motivi legati al contratto collettivo ndr) che fa saltare la stagione 98-99,Crawford non salta nemmeno una gara.
Forse anche a causa di quanto avvenuto, diventa molto più suscettibile, le proteste con lui in campo non sono ammesse. Pretende rispetto delle sue decisioni, a tal punto che spesso sfocia nel tragicomico.
Durante gara 2 delle Finals della Western Conference nel 2003 , Crawford fischia addirittura quattro falli tecnici nei primi 10 minuti, tra cui due, con automatica espulsione a Don Nelson, l’allora allenatore dei Dallas Mavericks. Nel corso della gara poi, anche il suo assistente farà la stessa fine.
Un altro episodio particolare è datato 15 aprile del 2007; si gioca Dallas-San Antonio. Dopo un fischio contrario, Tim Duncan scuote la testa in segno di disapprovazione. Niente di che, un lieve disappunto senza grosse proteste, inusuali per il caraibico. Joe Crawford, però non accetta, va verso di lui e…
“Allora, vuoi fare a pugni? Vuoi fare a botte?”

Duncan non raccoglie la provocazione, e va in panchina a riposare. Qualche minuto dopo Tim fa notare ad un altro arbitro che un fallo fischiato a Ginobili non c’era. Crawford interviene, attraversa il campo, va da Duncan e gli rifila un tecnico.
Passa un minuto. Altro fischio dubbio contro gli Spurs. Duncan non dice nulla, ma se la ride con il compagno di squadra Oberto, seduto in panchina; poi si copre la faccia con un asciugamano.Troppo tardi, lo “sceriffo” Crawford,ha visto tutti, corre verso Duncan e gli rifila il secondo tecnico e l’automatica espulsione. Il primo caso della storia di un’espulsione per risata…


La questione però non finisce lì, Duncan in conferenza dichiara:
“Crawford mi ha detto se volevamo vederci fuori per fare a pugni. La mia espulsione sembrava una vendetta personale. Deve avere qualche problema con me. Di certo non io con lui. Tra l’altro per me potevamo tranquillamente vederci fuori…”.

La NBA non è una lega che lascia passare tali atteggiamenti. Stern sospende Crawford per il resto della stagione, e multa anche Duncan. L’arbitro salterà così le Finals Nba per la prima volta dopo 21 anni, un record storico.
In seguito ammise che l’incidente con Duncan fu uno dei più grandi errori della sua carriera.
“Quanto successo con Duncan ha cambiato la mia vita. Ho realizzato che forse non stavo facendo le cose come andavano fatte. Andavo già da uno psicologo sportivo prima di quel fatto ma dopo ci andai molto più spesso.”
Una volta reintegrato il 17 Settembre della stagione successiva, Crawford non ebbe più problemi così evidenti, e riprese ad arbitrare. Attualmente ha diretto più 2.200 gare, ed è una presenza costante in Nba, nonostante il suo carattere eccentrico e delle scene come questa…

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