La differenza tra un paese sportivamente evoluto ed uno che non vuole progredire


L'Italia è un paese arretrato. Come nella vita di tutti i giorni, così nello sport.
La differenza non è tecnologica, ma culturale. E quando si parla di differenza culturale, tutta la differenza del mondo la fa la voglia di progredire, crescere, evolversi. 
Negli Usa un proprietario di una franchigia NBA (Donald Sterling) fa delle dichiarazioni razziste in una conversazione telefonica privata. Risultato? 
Gli altri 29 presidenti ne votano immediatamente l'esclusione dalla lega NBA, che a sua volta intraprende un processo legale per "obbligarlo" alla cessione,che poi effettivamente avviene (Ballmer è nuovo proprietario dei Clippers di LA).

In Italia?
In Italia, il candidato principale alla presidenza della FIGC, sport nazionale, in un intervento pubblico, pronuncia frasi razziste. Dopo alcuni giorni si continua a discutere se sia il caso di "interpretare" le sue frasi in un certo modo e se forse non sia inopportuno eleggerlo. Alcuni presidenti si scagliano contro chi lo accusa, Mario Macalli polemizza con i media, secondo lui troppo critici nei confronti di quello che poi è stato eletto come nuovo capo dell'organizzazione calcistica.

E' tutta qui la differenza; non si tratta di un paese evoluto ed uno che non lo è. Si tratta di un paese che vuole progredire, ed uno che preferisce rimanere fermo sulla sua posizione, in cui la politica dei piccoli favori è ancora anteposta a quella degli obiettivi collettivi.

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