La collezione degli olandesi di cristallo


Da De Vrij a Strootman, passando per Van Persie e Robben. La maledizione orange non può essere un caso
Stefan De Vrij si dovrà operare al ginocchio. Un intervento necessario, che gli costerà uno stop prolungato. Per tutti i tifosi laziali una notizia pessima, per gli appasionati di calcio la triste conferma della fragilità dei campioni olandesi.
Lo sanno bene anche sull’altra sponda del Tevere; Kevin Strootman sta infatti passando un autentico calvario, la cui fine sembra non arrivare mai.
Eleganza, talento, classe sopraffina da un lato, muscoli ed articolazioni di cristallo dall’altro. Nei calciatori dei Paesi Bassi caratteristiche troppo frequenti per essere frutto della casualità.

Robben da anni si esprime ad altissimi livelli, pur dovendo pagare una sorta di tassa annuale consistente in stiramenti e strappi di vario genere. Discorso simile per Robin Van Persie e Ruud Van Nistelrooy, i cui ko nel corso della carriera ne hanno parzialmente limitato i successi.
Ben diverso il problema di Dennis Bergkamp, fuoriclasse dalla tecnica oltre la media, terrorizzato da una paura, quella dell’aereo, che gli valse il soprannome di “olandese non volante”. Anche lui comunque non poteva essere certo definito esempio di benessere fisico.
La propensione all’infortunio tutta orange è dunque degna di essere analizzata nel profondo.
Un clima rigido, una formazione giovanile votata alla tecnica e troppo poco attenta all’integrità fisica del calciatore, alla sua forza muscolare. Campi sintetici di un certo tipo e strutture che alla lunga rischiano di fare più danni che altro. Senza contare che l’Eredivisie è, per difese e numero di contrasti, uno dei peggiori campionati europei, non preparando adeguatamente gli atleti al passaggio in altri paesi.
Milano anche ha fatto i conti con questo fenomeno. Se l’Inter con Sneijder ha pagato le conseguenze di questa maledizione nelle stagioni post-triplete, il Milan ancora rimpiange la possibilità di un Van Basten integro. Un giocatore pazzesco, fra i più forti della storia del calcio.
Ribattezzato il cigno di Utrecht per il suo modo raffinato di interpretare il calcio, ma anche per la delicatezza del suo fisico, ha chiuso la carriera ufficialmente a 30 anni, a livello pratico a 28.
E’ stato l’unico capace di portare l’Olanda ad un trionfo internazionale, con un destro balisticamente perfetto nella finale degli Europei del 1988 contro l’Urss. Una parabola impensabile, che lo affermò per sempre come il più prezioso ed il più pregiato della vasta collezione di cristalli olandesi.
Purtroppo, per il popolo di arancio vestito, anche il più fragile.

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