El Clasico, non solo calcio

Calciatori fantastici ma non solo, la rivalità tra i due club più forti di Spagna è una sfida tra diverse prospettive di vedere le cose

In Inghilterra il calcio è scontro fisico, prevale il lato del sano agonismo per prevalere sul rivale, in Spagna è puro spettacolo come andare a teatro, in Italia è rivendicazione sociale.
Stando a quanto disse Arrigo Sacchi qualche anno fa, il match tra Real Madrid e Barcellona è dunque quanto di meglio gli esteti del pallone possano pretendere. El Clasico.


I due club più ricchi e vincenti di Spagna, opposti in 90 minuti spesso infuocati.
Gli uni affermano che “al Real i campioni li acquistano a suon di milioni, noi ce li costruiamo in casa, nella Masia”, gli altri dissentono pensando ai soldi spesi per Neymar e Suarez.
Un antagonismo mai celato, accentuato nel corso degli anni da varie circostanze. L’acquisto di Alfredo Di Stéfano, che, conteso tra le due, avrebbe dovuto dividere la sua carriera militando in entrambe, salvo poi il gran rifiuto blaugrana.
Oppure Zamora, il più grande portiere della storia iberica, leggenda madridista poi passata agli acerrimi rivali.
Per non parlare di Samuel Eto’o e Luis Figo, entrambi ex dal dente avvelenato, ma in senso opposto. Il camerunense cancellò al Camp Nou le delusioni accumulate al Bernabeu al grido di “Madrid cabròn saluda el Campeòn”, scatenando l’ira delle merenguesil portoghese fece il viaggio in direzione opposta, con tanto di celeberrimo lancio di una testa di maiale al suo ritorno in Catalogna.

Al di là polemiche, schermaglie dialettiche, colpi bassi e tradimenti, entrambi però sono ambienti dal palato sopraffino, che sanno riconoscere ed apprezzare il bel calcio, fino ad applaudirlo nei casi più estremi.
Non è un caso che il solo calciatore a vestire le due maglie senza suscitare alcuna diatriba sia stato Ronaldo il fenomeno, talento cristallino, classe pura, evidentemente incontestabile al di là della camiseta.
Non è un caso nemmeno che il 19 Novembre 2005, il Bernabeu dedicò una storica standing ovation ad uno straordinario Ronaldinho, troppo bello da veder giocare in quella serata per poter essere fischiato.

Ma il Clasico non è solo calcio. Azulgrana contro blancos, lo spirito indipendentista della Catalogna contro il potere centrale castigliano della capitale, casa del Rey de Espana. Una rivalità speciale, leggendaria, tra chi  detiene il controllo della nazione e chi vuole separarsene per fondare la propria.
Filosofie che si scontrano, modi di essere e di vedere la vita.


Insomma il bene contro il male, dipende dalla prospettiva da cui si vede la partita.

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