Il Saint Denis, simbolo della Francia che si unisce



Gli attacchi terroristici hanno scioccato il mondo, i cittadini parigini si stringono e solidarizzano

Un tempio del calcio ed un teatro per la musica, posti in cui il piacere di vivere incontra il puro intrattenimento.
Luoghi in cui l’orrore ed il dolore scatenato dai terroristi sono completamente antitetici.
Una delle pagine più nere nel dopoguerra. Una strage inaudita, quanto successo ieri a Parigi è l’aberrazione dell’umanità.
L’indomani la Francia si sveglia contando le vittime e leccandosi le ferite. Più di 120 morti e 200 feriti, un bilancio straziantemente destinato a salire tra le varie sparatorie per le vie della capitale transaplina.
Attentati, come detto, che hanno colpito anche lo sport, il calcio in particolare, con le esplosioni udibili nello stadio durante l’amichevole tra Francia e Germania.
Gara che si è continuata a giocare, con un pubblico inzialmente ignaro di quello che stava accadendo, eccezion fatta per il primo ministro Hollande che in fretta e furia è stato portato via.
Solo al triplice fischio si è iniziato a capire. I calciatori attoniti che guardano dai monitor le immagini sanguinolente, l’atmosfera che si fa più tesa. Gli spettatori chiusi dalla polizia all’interno dell’impianto per un’oretta abbondante, per garantire loro la giusta sicurezza ed organizzare un tranquillo ritorno a casa.
Minuti di panico, paura, ma anche orgoglio, testimoniato dalla Marsigliese intonata all’unisono quando viene dato il via libera per lasciare lo stadio.
Ieri sera, a circa 17 anni di distanza, il Saint Denis ha rappresentato di nuovo simbolo di una Francia che si unisce, questa volta non nella gioia di un mondiale vinto, ma nel dolore di un ulteriore attacco dell’Isis.
Per il paese il cui motto nazionale è “Libertè, Egalitè, Fraternitè” si tratta di un durissimo colpo, perpetratato proprio nel posto in cui nel 1998 Didier Deschamps sollevò la Coppa dell’Integrazione, capitanando una celeberrima squadra composta da giocatori cattolici e musulmani, bianchi e neri. Tutti insieme verso l’obiettivo raggiunto di conquistare il titolo mondiale.
Tutti uniti al di là della differente fede religiosa che non può e non deve mai più essere causa e motivo di stragi.

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