Jamie Vardy, l'uomo che vive il sogno di tutti i sudditi di sua maestà


L’imprevedibile carriera della punta inglese, protagonista con i suoi gol e sempre più trascinatore del Leicester, squadra rivelazione della Premier League

Jamie Vardy è solo un calciatore, ma rappresenta molto di più. Il 28enne del Leicester è la testimonianza che bisogna crederci sempre, che qualche volta i sogni diventano realtà; magari tardi, ma comunque possono realizzarsi.
Per la squadra rivelazione del massimo campionato inglese, il contributo dell’attaccante è stato sin qui fondamentale: capocannoniere con dodici reti in altrettante presenze, sta letteralmente dominando la classifica marcatori, ma non solo.
Dalla sfida dello scorso 29 Agosto contro il Bournemouth, la punta ha messo il proprio sigillo su ogni successiva gara di Premier League, diventando il secondo giocatore nella storia ad andare a segno in almeno 9 partite consecutive. Superato Sturridge a 8, ora l’obiettivo è Ruud Van Nistelrooy, finito nel tabellino dei marcatori per 10 volte di fila.
Ma non tutto è sempre stato rose e fiori. Proprio nel periodo in cui l’ex Red Devil costruiva mattoncino su mattoncino il favoloso primato, Vardy veniva scartato dalle giovanili della propria squadra del cuore, lo Sheffield Wednesday.
Il sogno di fare il calciatore e finire in nazionale veniva di colpo sopraffatto dalla realtà. Dall’ambizione del professionismo alla necessità di dover fare i conti con i turni di lavoro, le giornate un tempo dedicate al calcio improvvisamente divise tra il magazzino dell’azienda ed il Bracken Moor, campo di gioco del piccolo Stocksbridge, nuovo club di Jamie.
Una nuova vita, complicata anche dal carattere del ragazzo. Glaciale e freddo sotto porta, acceso e litigioso fuori dal rettangolo verde. Una rissa in un pub e la conseguente pena di sei mesi di libertà vigilata gli impediscono di giocare in trasferta. Le gare interne invece si disputano abbastanza vicino da poter tornare a casa entro le 18, quindi il mister gli concede almeno un’ora di gioco.

Nonostante gli evidenti disagi l’impegno non manca mai, gli allenamenti e la voglia di migliorare per misurarsi in competizioni maggiori sono esemplari. Inizia la redenzione.
66 reti in 107 presenze tra i dilettanti convincono il manager dell’Halifax a puntare su di lui. Vardy ripaga la fiducia con 29 gol in 41 match, che gli valgono la chiamata del Fletwood, squadra militante in Conference, l’equivalente della nostra Eccellenza.
Un’altra fantastica stagione segna la svolta definitiva. In 36 gare le realizzazioni di Jamie sono 31, il Leicester mette mano al portafogli e lo acquista per 1 milione e 200mila sterline.
L’approdo nelle East Midlands è però complesso. Un salto triplo di categoria, una differenza eccessiva anche per un fenomenale attaccante come lui. La prima stagione da professionista è infatti pessima, in città criticano lui e chi l’ha comprato. Il ragazzo arrivato nei piani alti del calcio inglese è rinnegato da chi, come lui qualche anno prima, il football lo gioca solo per diletto.
La gente non lo ama. Jamie pensa di abbandonare, di tornare da dove è venuto, ma club e compagni di squadra glielo impediscono. Una mossa saggia.
Prima aiuta il team nella corsa alla promozione con 16 marcature nel 2013-2014, poi contribuisce alla salvezza nella stagione successiva, vincendo anche il premio come miglior giocatore della Premier nel mese di Aprile.
Roy Hodgson non può non notarlo ed il 7 giugno 2015 lo fa esordire con la maglia della Nazionale contro l’Irlanda. Il cerchio si chiude. L’uomo venuto dal popolo ora gioca per il popolo.
Il resto è attualità, è il capitolo successivo di questa incredibile storia, una fiaba della buonanotte da raccontare a chi, come Jamie Vardy, vuole continuare a sognare.

Commenti

Post più popolari