Zamparini perde il pelo ma non il vizio



L’eccentrico presidente rosanero negli anni si è sempre fatto riconoscere per le sue dichiarazioni, anche stavolta le sue parole fanno discutere

Dicono che il lupo perda il pelo ma non il vizio. Un proverbio quantomai azzeccato per il presidente Maurizio Zamparini, che, dopo un prolungato periodo di calma apparente, è tornato a praticare il suo sport preferito: mettere in discussione il proprio tecnico.

A quelle filosofico kantiane della ragion pura e pratica, il patron del club siciliano preferisce indubbiamente la critica del mister, una fastidiosa peculiarità tutta sua.
D’altronde 52 cambi in panchina tra Venezia e Palermo, con alcuni tecnici chiamati ed esonerati a più riprese sono un dato emblematico.
Questa volta però, forse complice il lungo silenzio probabilmente forzato dagli ottimi risultati dell’anno passato, lo sfogo è stato molto più duro del solito. Molto più di cattivo gusto.
Se non cambia atteggiamento salta. Con il Chievo sarà l’ultima chance.”
Parole che appaiono addirittura morbide se confrontate a quelle pronunciate nel postpartita di Napoli, quando Iachini avrebbe meritato di “essere preso a calci nel sedere.”
Un trattamento irriguardoso, a prescindere dai risultati della squadra. Il tecnico inoltre è lo stesso della promozione e dell’ottima stagione conclusa qualche mese fa, non uno sprovveduto dunque ma una persona capace, rispettata e rispettabile. E’ quantomeno paradossale pensare che le colpe siano tutte sue.
Forse prendersi le proprie responsabilità per aver ceduto due elementi come Dybala e Belotti senza averli rimpiazzati adeguatamente sarebbe stato un gesto più elegante ed anche corretto verso la piazza palermitana.
Assistere a Zamparini che spara a zero o da un ultimatum al proprio allenatore è diventata nel tempo una consuetudine. Un modo di comunicare e fare commenti sui propri tesserati da Bar dello sport, probabilmente l’unico motivo per cui tutti i calciofili non fanno più realmente caso all’estemporaneità delle sue affermazioni

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