Samuel Beckett tifava Alianza

Incrociare le dita e sperare nell’errore altrui. Quando i tifosi argentini compresero Samuel Beckett e l’attesa per Godot 
Ogni adulto appassionato di calcio è stato bambino, e sin da piccolo si è avvicinato al gioco per merito di qualcuno.
Un genitore, un nonno, uno zio, un allenatore. Insomma una figura di riferimento dalla quale apprendere piccoli trucchi del mestiere, ricevere nozioni di gioco che poi restano fisse nella testa, oppure ascoltare incredibili storie. Favole calcistiche della buonanotte.



La mano de Dios, l’epopea greca ad Euro 2004, quella danese nel 92, il Milan degli olandesi, la Juventus di Platini, il Mundial 82 in Spagna, il Triplete nerazzurro, la Roma di Liedholm e tanto altro…
A tal proposito non ho mai dimenticato quello che un vecchio mister ripeteva a me e tutti i miei compagni: “Nel calcio tutti possono dare qualcosa. Sia come contributo nel terreno di gioco, sia al di fuori. Tutti ma proprio tutti, possono essere protagonisti per un giorno.”
Non mi sono dunque particolarmente sorpreso quando ho letto la provenienza dell’incredibile storia al centro di questo racconto….
Stagione 2009/2010, quarta divisione del campionato argentino. A Santa Lucia, in provincia di San Juan si gioca il ritorno del turno preliminare, valevole per l’accesso alla fase finale del torneo di Apertura: padroni di casa del Juventud Alianza contro General Paz Juniors. I padroni di casa vincono 2-1, il risultato complessivo è di 3-3, si va ai calci di rigore.
Nulla di strano.
Dopo la lotteria gli ospiti hanno la meglio e strappano il pass per il turno successivo. Tutto normale da questo punto di vista….
A dirla tutta però, qualcosa di particolare dal punteggio complessivo traspare:21-20 per gli ospiti.
Il punteggio più alto mai registrato dopo i calci di rigore. Soprattutto perché è stato fallito un solo rigore sbagliato, fatale per Ruiz e la sua squadra. Fino a quel punto, tutti i 40 tentativi erano stati segnati.
Più che una lotteria, un vero e proprio stillicidio di un’ora, il tempo impiegato per portare a termine l’incontro dopo i supplementari.
Un incubo per i tifosi dell’Alianza, che per sessanta minuti e 21 rigori hanno vanamente atteso una parata del proprio estremo difensore.
Forse l’unica volta in cui un estremo difensore riesce ad avere colpe nel rocambolesco evento dei tiri dal dischetto.
Sofferenza ed incertezza per “los  hinchas” di casa, una rivisitazione fùtbolistica del teatro dell’assurdo di Beckett.
L’arrivo di Godot gli uni, un sussulto del portiere Gonzalez gli altri. Quella sera in cui i supporter dell’Alianza scoprirono cosa si prova a vivere come Estragone e Vladimiro.

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