La notte più buia

La notizia ha scosso il mondo del pallone, ma è vera?
Il sole di Roma è qualcosa di unico. Emana una luce meravigliosa, squarcia col suo chiarore ogni minima forma di oscurità, dissipando ogni negatività sin dai primi attimi della giornata.
Sole sul tetto dei palazzi in costruzionesole che batte sul campo di pallone…
A volte però il caldo avvolgente ti porta ad odiarlo.
Una calura esagerata, eccessiva. Una morsa che non ti lascia respiro. Non è stato un buon risveglio stamattina.
Non è solo la temperatura. Sono ancora scosso, ho sognato che Messi lasciava la nazionale. Più che un sogno un incubo, iniziato verso le 2 di notte e concluso circa due ore più tardi.
Un rigore fallito, l’ennesima finale persa e quel trofeo con la maglia albiceleste che continua a non arrivare. Una beffa, una maledizione. Alla fine la pulce che diceva che la nazionale evidentemente non faceva per lui ed era giusto farsi da parte.

Scherzi della mente nel cuore della notte. Ti pare che Messi lascia a 29 anni? Non può essere vero.
E poi De Gregori ci ha insegnato o no che non bisogna “aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore” ?
Far finta di nulla e proseguire dritto. La ricetta migliore per sfuggire ai sonni più agitati. Non è successo niente. Una volta sveglio tutto passa.
“Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia”. 
Sulle ultime due non ci sono dubbi, per quanto riguarda la prima Leo non dimostrerebbe mai di non averne abbastanza. E’ il giocatore con la G maiuscola, le caratteristiche essenziali non gli mancano di certo. Non può essere vero. Solo un brutto sogno.
Tornerà a vestire quella 10, lo vogliono gli appassionati di calcio e lo vuole anche quel popolo argentino che ora lo critica, sbandierando l’ingeneroso paragone con Maradona, soprattutto in queste fasi.
Indosserà ancora quella fascia da capitano. Magari solleverà anche il suo primo trofeo con la selecciòn, magari in quel mondiale in cui russo sarà solo l’aggettivo del paese ospitante e non il presente indicativo che ci ha spinto all’assillo vissuto nel cuore della notte.
Interromperà l’incubo la pulce, rimettendo le cose a posto. Per noi e per lui sarà un dolce risveglio, magari sotto la luce di un altro sole. Non più quello romano, ma il sol de mayo al centro della bandiera argentina

Commenti

Post più popolari