Evasioni di campo. L'amore incontra l'arte contemporanea, forse.

Una domenica pomeriggio di un Ottobre romano.

Al lato della strada sedie e tavolini rigorosamente inclinati per l'irregolarità dei sampietrini. Una sensazione di precario equilibrio prontamente offuscata dal vino rosso, bottiglie svuotate, scolate a suon di bicchieri riempiti velocemente per inebriare il pasto, rallegrare i volti e dilatare il tempo scandito da un orologio pigro. 
Amatriciane e carbonare lasciate nei piatti di turisti sopraffatti dalla gustosa abbondanza.  Sono le quattro e mezza, il sole si affaccia ancora, fa' capoccella tra i vicoli illuminando i piedi che si inseguono l'un l'altro in una piacevole passeggiata tra Pantheon e Piazza Navona.

Direzione Chiostro del Bramante, dove l'arte contemporanea incontra l'amore. Però solo dal 29 Settembre 2016 al 19 Febbraio 2017, dopo evidentemente ognuno per la sua strada e tanti saluti. 

Tanti artisti, tante opere diverse, unite da quell'unico filo conduttore, ossia il tentativo di rendere tangibile non un sentimento, ma IL sentimento.

Raffigurare, rappresentare e descrivere l'amore, una missione impossibile. Cercare di oggettivare quanto di più soggettivo possa esistere.

L'amore e le sue molteplici forme, così svariate, così lontane tra loro, così personali per ognuno. La propria concezione non è detto che debba essere uguale a quella altrui. Non c'è convenzione che tenga, non c'è convenzione che ci accomuni necessariamente.

Quello che per un artista rappresenta Amore non lo rappresenta per tutti. Quantomeno non sempre.

Una cosa che ho sempre amato è entrare in un posto chiuso, lasciare la luce del sole, e una volta uscito accorgermi che quei raggi luminosi sono ancora lì ad aspettare, rendermi conto che si trattava solo di un "arrivederci" e non un di un saluto fino all'indomani.

Sarà quella sensazione di una giornata più lunga, ancora da vivere, quell'aria diversa che si respira che consente di apprezzare maggiormente tutto quello che ti circonda. 

Zampilli chiari che volano in aria prima di tuffarsi nel cuore di una fontana, i colori sapientemente miscelati degli artisti di strada in Piazza Navona; oppure il gelato appena comprato caduto in terra dalle mani inesperte di un bambino, un cartoccio di castagne mangiato con incerta curiosità dallo straniero di turno.

Ma soprattutto il primo appuntamento di due giovani immaturi seduti in quel locale affollato, alle prese con un'ordinazione problematica che non li faccia sfigurare di fronte al futuro compagno. Quell'apprensione così viva, quella convinzione assurda che il drink scelto possa condizionare qualcosa, il tutto reso più complicato dal modo di fare inquisitorio della cameriera, il cui unico reale pensiero è un altro: finire il turno e tornare a casa dal suo lui, al termine di una giornata in cui l'amore era molto più presente più nei vicoli capitolini che all'interno del Chiostro del Bramante.



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