Evasioni di campo. Sfida tra centauri


Scenari e personaggi che solo una città come Roma può offrire. E' un processo automatico, come il cambio di quella utilitaria pronta a sfrecciare all'incrocio della circonvallazione Gianicolense. 
Lì accanto due moto, due centauri cha aprendo il gas a ripetizione accendono il tacito duello. E' una sfida imminente, non dichiarata ufficialmente, ma riconosciuta da tutti coloro che sono lì, pronti ad assistere alla scena.
Di lì a poco la partenza che può agevolare il resto del cammino, che può sancire la supremazia. Il rombo dei motori è il preludio di un'attenta fase di studio, sia sul diretto rivale che sulla tattica da adottare. 

Il più ingenuo dei due si affida al proprio tempo di reazione, alla capacità di esser pronto quando quella luce verde darà il via libera. Una strategia onesta, ma poco redditizia. Lo sfidante infatti, più esperto e probabilmente anche di zona, ha un asso nella manica: il calcolo incrociato degli altri semafori. 

Sapendo benissimo quando sarà il proprio turno, il nostro eroe, forte del rosso per i veicoli provenienti da un altro senso di marcia, anticipa la partenza, guadagnandosi una posizione migliore. Un vantaggio decisivo, che lo farà prevalere in quei 100 metri che non conducono né a una medaglia luccicante né a punti preziosi nella classifica piloti, ma piuttosto culminano ad uno stesso identico semaforo, immancabilmente e fatidicamente rosso.
Il destino beffardo concede una nuova opportunità al vinto, infastidendo il vincitore. Non c'è tempo per gioire, non c'è spazio per esultare. Lo sconfitto si è rifatto sotto, vuole una rivincita, la reclama, aprendo il gas ripetutamente ed in maniera apparentemente inutile. 
Nel frattempo però si è affacciato un terzo incomodo, un pericoloso outsider che il più delle volte viene ignorato dai duellanti. Talmente presi dal loro scontro diretto, finiscono per accorgersi della presenza del terzo contendente troppo tardi, vedendolo sfrecciare davanti a loro arrivando di rincorsa. Una beffa inaudita e inaspettata, un boccone amaro da digerire in fretta, perché a Roma si fa presto a trovare un nuovo semaforo "tinto" di rosso, preludio della medesima imminente scena. 
Ancora e ancora. 
Finché onda verde non li separi.

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