Canadays: 4

Sistemo distrattamente la valigia sul finire di un altro di questi gironi canadesi.  E' stata una giornata stancante, il contapassi segna quota 20mila e c'è ancora la serata tutta da vivere. 


Sono esausto, ma anche sicuro di non avere alcuna allucinazione; eppure c'è un uomo che cammina sul rosso acceso del tramonto di Quebec City. E' così, la finestra si fa subito cornice di un quadro mai dipinto, ma comunque degno dei migliori artisti transalpini: sullo sfondo dominato dalle acque del fiume San Lorenzo si stagliano i tetti e le torri del gotico animo cittadino, lascito di una cultura francese che pervade i vicoli e i quartieri popolati perlopiù da abitanti francofoni. 




Il sole ha finito il suo turno di lavoro, piano piano si spinge per concedersi una nuova notte di riposo, accompagnato da una musica lenta ma sicura, come il passo dell'equilibrista che ha rapito l'attenzione mia e quella dei passanti. Non c'è margine d'errore, tutti lo ammirano estasiati, con il fiato che resta sospeso come il tempo per cui il protagonista passeggia a svariati metri d'altezza. L' andamento lento di un passo sincopato, accompagnato da note ipnotiche: è in questa stasi in cui le lancette sembrano ferme che la magia del personaggio e quella del posto si fondono per creare una cartolina magica, da imbucare nella casella dei ricordi di viaggio!!

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