Sicilia ☀️ 🌊 + Cose che non vedrete ma che sono realmente accadute:






-Marinaio appena atterrato dal volo Roma-Catania bacia la sua bella che lo accoglie con caloroso trasporto ed un pacco di gomme in mano. #cosaavràvolutodire?

-Piccione con chirurgica precisione fa del mio iPhone il suo gabinetto.

-Tassinari catanesi parlano di calcio. Lo capisco dal fatto che uno indossa una maglia interista e dall’espressione “possesso palla” che lo stesso pronuncia ad interrompere una serie di mugugni poco comprensibili in una lingua che non credo possa essere attribuita al ceppo neolatino. Urgono sottotitoli di pagina 777 del televideo.

-Il marinaio e la sua lei continuano a darci dentro e si apprestano a dare il via al minuto 17 del loro bacio appassionato. Non mi sembra così peregrino immaginare che concepiranno una bambina proprio lì.
Magari la chiameranno Catania (semicit.)

-Più che andare al mare, i ragusani si “trasferiscono al mare”. Ho visto palazzi costruiti con minor dovizia di particolari rispetto al modo ingegnoso in cui loro dispongono in spiaggia sedie, ombrelloni e tutta una serie di altre attrezzature che io penserei di poter spostare solo noleggiando un furgoncino AMICO BLU.

-Sul muro di un bar c’era un proverbio ragusano.
Ne ho chiesto la traduzione a una ragazza di Siracusa, ma non ha saputo dirmi nulla più di quanto già non sapessi, ossia niente.
Ora nella mia testa la Sicilia è alla stregua della Cina, ossia un posto ricco di varietà dialettali mutuamente incomprensibili tra loro.
Almeno però nell’estremo oriente si mettono abbastanza d’accordo grazie al mandarino.
I siciliani puntano tutto invece sull’arancino, il cui intervento è tutto fuorché risolutore perché per alcuni è sacrilego non declinarlo al femminile.





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